#AllEyesOnIsis! La nascita del Califfato in diretta su twitter, con tanti teneri gattini!

martyrrr

Per chi non lo sapesse, nel territorio a cavallo tra Iraq e Siria è stata annunciata la nascita del Califfato, un evento che potrebbe avere ripercussioni sui prossimi secoli di storia umana.
La rinascita dello Stato Islamico Sunnita che ha investito come Califfo Abu Bakr al Baghdadi, che si dice sia discendente della tribù dello stesso Maometto, viene raccontata quotidianamente, minuto per minuto.

khalifa

La nascita di uno stato in diretta su twitter.

disertori

Con questo tweet si annuncia il fatto che molti soldati iracheni (sunniti) hanno abbandonato l’esercito regolare Iracheno finanziato dagli USA (e addestrati anche dai carabinieri italici). Se Nino Bixio o Francesco Crispi avessero avuto Twitter, avrebbero fatto la stessa cosa, dando notizie delle diserzioni nell’esercito borbonico

E’ come se nel maggio 1860 Garibaldi, Bixio e i mille avessero avuto Twitter. Con la differenza che si tratta di uno stato Santo.
Ciò che sta accadendo tra Iraq e Siria è anche la prosecuzione di una battaglia cominciata quasi quindici secoli fa: la guerra culturale fra sciiti e sunniti successiva alla morte del Profeta.

ahl al bayt

Questo account vicino all’ISIS ci tiene a precisare che loro non stanno “distruggendo” i luoghi di culto Sciiti, ma li stanno soltanto “appiattendo”, come il Profeta Maometto suggeriva di fare con i templi dei politeisti arabi del VI sec Era Vulgaris

La nascita dell’Isis è stata possibile anche e soprattutto grazie al caos iracheno, uno stato che dopo una guerra decennale è stato governato da Maliki, scelto da Bush e confermato da Obama, che ha governato eliminando l’opposizione interna, mettendo il figlio a capo dell’esercito (come Gheddafi) e stringengo rapporti con l’Iran.

antiran

Diversamente da quanto sperato da Bush, la situazione si è capovolta: gli Stati Uniti sono costretti a bombardare i nemici dell’Iran, facendo un favore agli ex nemici. Adesso la propaganda anti-iraniana tipica dei neocon americani viene tenuta in vita dai miliziani dell’ISIS. Ironia della sorte! Chissà che ne pensa Christian Rocca.

In pratica gli Stati Uniti erano intervenuti nel 2003 in Iraq per opporsi all’influenza iraniana e, di fatto, hanno consegnato il paese nelle mani dello sciita Maliki che ha subito stretto rapporti con l’Iran e ha perseguitato i sunniti, che adesso dalla Siria sono entrati in Iraq per la nascita del Califfato. Assurdo!
Le colpe storiche di Bush e di Obama non sono state sottolineate da qualche comunista anti-imperialista o da Giulietto Chiesa: è stato Ali Khedery, l’uomo di Bush a Baghdad, che nel 2010 capì che le cose non andavano e tentò di convincere Bush prima e Obama poi che le cose sarebbero andate verso la rovina, ma rimase inascoltato. Se avete un’ora di tempo e conoscete l’inglese, leggete questo dettagliatissmo resoconto storico firmato da Khedery sul Washington Post, mica su Lotta Comunista.

Nell’ultimo mese su Twitter abbiamo raccolto decine di immagini per testimoniare il fatto che l’Isis ha una rete di pr e di marketing strategist di tutto rispetto.

follow ahlaska

Si tratta di ragazzi che magari non erano mai usciti da Londra o da Bradford, e che, come i Mille Garibaldini, hanno scelto di partire armi in pugno e combattere per un ideale, come il nostro connazionale Giuliano Ibrahim Delnevo.

bath

Quelli dell’ISIS hanno capito che i video delle decapitazioni non sono più di moda, quindi tra una battaglia e l’altra postano foto di loro che si fanno il bagno.

I loro riferimenti sono videogiochi e internet culture, e la propaganda dell’Isis è diretta proprio alla gioventù globalizzata. Vediamo cosa scriveva circa un mese fa, nel luglio 2014, l’account Shami Witness, sostenitore e cronachista del Califfato.

The Khilafa declaration,as well Khalifa publicly leading Friday prayers in a historic mosque,appeal to whole new non-jihadi demographic(1)
Shami Witness ?@ShamiWitness 7 min
On the other hand,the condemnations of Hani Sibai et all echo around in the same echo chamber we have been trapped for 13 years.(2)
This vast new demographic suddenly been exposed to a presence of Khalifa ,a descendant of Muhammad(pbuh) himself.This is unprecedented(3)
I have seen all sorts of moderates,timid type Muslims who were so awe-struck by Khilafa declaration,that by the time (4)
the Khalifa’s Mosul mosque khutba video was released,they just plain surrendered themselves to this new ‘reality (5)
They recognize the historic moment.Whether they agree or not,they are referring him by Khalifa.The earning for Khilafa is very mainstream(6)

Chiaramente, la strategia è quella di esporre una generazione intera al fatto compiuto: c’è un Califfo, c’è un Califfato sul pianeta Terra, ed è lì che i giovani musulmani idealisti devono recarsi. Ed infatti i combattenti dell’Isis assumono nome a seconda della provenienza: Al-Tunisi (Tunisia), Al-Kurdi (Kurdistan), Al-Nurwiji (Norvegia) Al-Sumali (Somalia) etc…

marty

Con questo tweet si celebra il martirio del soldato Abu Hafs Al-Tunisi

Una strategia apparentemente opposta a quella di Al Qaeda: ISIS è al momento contraria agli attentati in Europa e, se proprio deve arrivare a Roma, prima deve conquistare l’intera area Mediorientale.

rome

Che entusiasmo!

Isis, tra l’altro, odia e combatte molti dei nemici storici degli Stati Uniti: odia l’Iran e tutti gli Sciiti, odia Al Qaeda, odia Assad. Certo, odia anche Israele e gli Stati Uniti, ma speriamo vi rendiate conto di quanto sia intricata la situazione.

antiassad

Propaganda dell’Isis contro il regime di Assad

Isis combatte i miliziani curdi, calpesta i diritti dei cristiani di Mosul, perseguita gli Yazidi iracheni e, in pochi mesi, ha cambiato il quadro globale dell’Islam armato.

Ma non solo! I miliziani dell’Isis hanno un enorme senso dell’umorismo, tipico dei nerd che passano le giornate su forum tipo reddit o 4chan.

Non si spiegherebbe altrimenti il pazzesco account twitter Islamic State of Cat, in cui i miliziani barbuti e armati si fanno ritrarre mentre accarezzano dei teneri gattini.

lolcat

I miliziani dell’Isis sono dei giovani gamers globalizzati, e sanno usare i tormentoni e l’umorismo tipico dei meme più diffusi

I gatti sono il segreto della tenerezza su internet, ma sono anche animali che piacevano molto a Maometto: si narra che un gatto si addormentò sulle braccia del Profeta e Lui, per non svegliare il micio, si tagliò la manica della camicia.

ablution

Lo sapevate? Nell’Islam è permesso ai gatti di bere dalle fontane usate per le abluzioni precedenti alle preghiere. Un modo di usare internet che unisce gli Hadith di quattordici secoli fa ai lolcats e alla guerriglia, qualcosa di estremamente innovativo.

Addirittura i temibili terroristi barbuti hanno coniato un tenerissimo nomignolo per i loro gattini: Meowjahid, gioco di parole fra ‘mujaheddin’ e il miagolio che in inglese si scrive ‘meow’

cats

Ma quanto sono teneri i soldati di Allah!

Purtroppo, a differenza dell’Emirato Musulmano della Sicilia, che ancora i siciliani rimpiangono, il Califfato del 2014 non sembra svilupparsi nella stessa direzione di 1200 anni fa. Noi speriamo che ciò sia dovuto al fatto che le armi stanno ancora tuonando, e confidiamo che appena lo Stato Islamico avrà raggiunto una maggiore stabilità ci sarà spazio per la pace e la tolleranza anche per Cristiani, Sciiti, Yazidi, Zoroastriani ed Ebrei, proprio come accadde in Sicilia pochi secoli fa, quando l’isola conobbe un periodo di pace, prosperità e progresso culturale, economico ed industriale, permettendo alle varie religioni di convivere in pace.

dialect calabrese

Quello che la stampa globale definisce come “Jihadist Imam of Hate” si è rivelato, almeno con noi, un amabile conversatore colto e raffinato

Abbiamo parlato di questo argomento col mitico Musa Cerantonio, un australiano di origine calabrese, convertitosi all’Islam dopo aver visto le sconcezze adamitiche della Cappella Sistina. Ne abbiamo discusso su Twitter, e lui è stato molto gentile, una persona affascinante e molto colta, che però è ricercato da vari stati per aver incitato la gente ad andare a combattere per il Califfato. Con lui abbiamo parlato delle differenze fra calabrese scritto e siciliano parlato (un dialogo che ha spinto un viscido giornalista di VICE USA a diventare nostro follower).

musas

Il simpatico “Imam of Hate” Musa Cerantonio sottopone dei quiz ai suoi followers. I palermitani dovrebbero sapere che la figura C fu effettivamente una Moschea per più di tre secoli

Secondo Musa Cerantonio, l’Emirato Siciliano ‘had its up and downs’, frase che lascia intendere che, in realtà, il tentativo migliore è in atto proprio in queste ore terribili, in cui Obama sta decidendo di bombardare l’esercito dello Stato Islamico.

obama kurds

Con questo tweet i miliziani dell’ISIS prendono in giro l’esercito kurdo: “Dopo tutte le storie su quanti fossero cazzuti i Pashmerga, alla fine, gli abbiamo talmente rotto il culo che hanno dovuto elemosinare l’aiuto americano”

 ATTENZIONE! QUESTO E’ IL PENULTIMO POST DELLA STORIA DI QUESTO SITO! STIAMO RAGGIUNGENDO LA TURCHIA E DA LI’ TENTEREMO DI ANDARE NELLE ZONE CONTROLLATE DALL’ISIS PER PORTARE UNA PAROLA DI PACE E FARE SI’ CHE IL MODERNO CALIFFATO SI BASI SULL’AMORE UNIVERSALE E SUL RISPETTO RECIPROCO, PROPRIO COME L’EMIRATO SICILIANO DEI SECOLI IX-XII.

A PRESTO!

6 pensieri su “#AllEyesOnIsis! La nascita del Califfato in diretta su twitter, con tanti teneri gattini!

  1. “I palermitani dovrebbero sapere che la figura C fu effettivamente una Moschea per più di tre secoli”.

    Sì, dovremmo proprio… E, in effetti, una Cattedrale con un’incisione calligrafica araba (un versetto coranico? Non me lo ricordo…) su di una delle colonne del Portico meridionale in stile gotico-catalano, non può che essere un riuscito compendio di storia della Felicissima (superata in questo, forse, solo dal Palazzo dei Normanni [o, precedentemente, “al-Qasr-al-Qadim”: il Cassaro, appunto…])…
    Sono tornato nell’Urbe panormita, per alcuni giorni: occasione per riscoprirla (quasi) con la meraviglia del viaggiatore… Sulle orme di al-Idrisi che – correggimi, se sbaglio – si riferiva ancora al tempio restituito alla Cristianità come alla “Moschea-Cattedrale”…

    Mi farebbe piacere se dedicassi (se hai tempo, ovviamente: magari al rientro…) uno “speciale” alla Kalsa (“al-Halisah” [“a Ausa” in siciliano…]: “l’Eletta”, la cittadella dell’Emiro): alle vicissitudini storiche che hanno permesso la coesistenza di Porta dei Greci – attraverso la quale gli Aghlabiti irruppero nella Palermo bizantina – e dell’impianto viario arabo, con il gotico catalano di Palazzo Abatellis e con il barocco scenografico di Santa Teresa…
    Tra l’altro, mi si racconta che il Quartiere, almeno fino a pochi decenni orsono, fosse a tal punto caratterizzato dal punto di vista culturale – in pratica, una “città nella città”… – da avere un proprio dialetto , distinto dal palermitano, con influssi e retaggi greci e arabi ben più consistenti che nelle altre varianti del siciliano…

    • Guarda il tuo commento ci fa molto piacere perché hai aggiunto informazioni importanti sul nostro passato.
      Il dialetto del quartiere Kalsa cui ti riferisci dovrebbe essere il ‘vusitano’ , ne parlano anche gli aedi Alamia e Sperandeo in una delle loro varie rapsodie.
      Se tu hai tempo e voglia saremmo felicissimi di pubblicare un tu contributo.
      Ciao!

      • SÌ, piacerebbe senz’altro anche a me. Anche se, in effetti, non ho molto tempo a disposizione… Mediterò, cmq, e vediamo che ne esce…
        Grazie, ciao!

  2. Il dialetto palermitano è su per giù scisso tra due tendenze: l’ausitano (o vusitanu se preferite) ed il briariota. Solitamente si da al primo un’accezione più snob ed al secondo una più popolare, anche se alle orecchie di oggi parrebbero ambedue idiomi popolari. Grazie alla struttura fortificata del quartiere, già sede della corte dell’Emiro e delle case dei notabili, che ne faceva de facto una città nella città, l’ausitano è rimasto fino ad oggi caratteristica della Kalsa, prerogativa di pescatori e contrabbandieri di alto lignaggio, e la tradizione lo vuole discendente dall’arabo. Il briariota nasce, come dice il nome, alla Briaria, e cioè all’Albergheria, che è da sempre un quartiere dormitorio di stampo PURAMENTE popolare, e che storicamente era destinato ad ospitare le comunità dei nuovi immigrati, tedeschi, zingari o monrealesi che fossero. Grossolanamente, possiamo dire che il palermitano moderno è diretto discendente del briariota, e che l’Albergheria, assai più della Kalsa, fù la culla della cultura popolare palermitana moderna. Simpatica caratteristica dell’ausitano è la frequente trasformazione della “a” in “e”.

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