il Partito Democratico e la dottrina Chomsky

Ricordate il film Con Air?
C’era anche John Cusack nella parte dello sbirro buono.
John Cusack ora si diverte a scrivere di politica sull’Huffington Post.
Ultimamente sul suo blog Cusack ha citato la Chomsky Position: il grande linguista ultraottantenne fin dai primi anni di questo secolo sostiene una strategia elettorale ben precisa: per impedire la vittoria dei candidati Repubblicani, gli elettori di sinistra degli swing states (gli stati in bilico) dovrebbero astenersi dal votare per i Verdi di Jill Stein (e prima di Ralph Nader), rassegnandosi a votare per i Democratici in quanto “meno peggio” dei Repubblicani.
Lo stesso Chomsky, a esplicita domanda, aveva ammesso che lui avrebbe votato per i Verdi soltanto perchè è un elettore di uno Stato che era largamente in mano ai Democrats.
E’ notizia di ieri la proposta del Partito Democratico alla lista Rivoluzione Civile di Ingroia di non presentarsi nelle regioni in bilico, cioè Campania, Sicilia e Lombardia: queste regioni assegnano la maggior parte dei senatori, per cui i vertici dei bersaniani stanno cercando di scongiurare la presenza di una lista che gli sottrarebbe un discreto numero di voti.
Insomma, i soliti discorsi sul “voto utile” contro la “dispersione del voto”. Oppure il classico “votare il meno peggio” o “votare turandosi il naso”, a seconda dei punti di vista.
Visto che i capi-bastone meridionali del siculo Ingroia sono De Magistris e Orlando, ci sembra molto improbabile che Rivoluzione Civile desista dal presentarsi in Sicilia e Campania.
Diciamo anche che votare Barack Obama o Mirello Crisafulli non è esattamente la stessa cosa.