La nazionale italiana campione nel 1934 aveva più “stranieri” di quella del 2014.

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In questi giorni di Mondiale di calcio, vari fascisti non riescono a esultare per le vittorie della nazionale italiana.
Il motivo? il fatto di avere due “oriundi” (Paletta e Motta, entrambi di chiare origini italiane) più Mario Balotelli, uno dei simboli globali dell’Italia nel mondo nonché l’incubo di nazionalisti e fascisti italiani ossessionati dal colore della pelle.

 

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Questi idioti intasano internet con frasi del tipo “Un tempo la nazionale era composta da veri italiani, ora è uno schifo multirazziale! puah!”
Oltre ad essere insopportabilmente razzisti sono anche insopportabilmente ignoranti riguardo la squadra allenata da Vittorio Pozzo.
Vediamo un po’.
Enrique Guaita, detto el Indio, nato in Argentina, segnò il gol decisivo contro l’Austria in semifinale nel 1934 e fornì l’assist per il gol che valse la finale. Dopo aver giocato nell’Italia, tornò a vestire la maglia della nazionale argentina. Un vero nazionalista fieramente italiano, non c’è che dire, tanto che passò gli ultimi anni della sua vita in Sudamerica.
Raimundo Orsi, nato in Argentina e morto in Cile, stella dell’Independiente e della Juventus, segnò nella finale dei mondiali 1934. Anche lui finì la carriera giocando nella nazionale argentina. Un vero italiano, altro che Balotelli.
Anfilogino Guarisi, detto Filò, brasiliano, giocò sia nella nazionale brasiliana che in quella italiana campione del mondo nel 1934. Era talmente attaccato alla Sacra Patria Italiana che, anche lui, tornò a vivere in Brasile già nel 1936.
Atilio Demaria, anche lui campione del mondo nel 1934, era argentino e anche lui tornò a vivere in patria dopo aver appeso le scarpe al chiodo.

E’ vero che nel 1938 di oriundi non ce n’erano.

Ma è da idioti criticare la nazionale per la presenza di Motta, Paletta e Balotelli.

Motta e Paletta, abbiamo visto, hanno avuto illustri predecessori in maglia azzura.
L’Italia è un paese di emigranti, e ci sta che per motivi calcistici decidano di ritornare per lavorare nel paese degli avi. Tutte le nazionali africane, o anche il Galles e l’Irlanda, schierano giocatori nati in altri paesi ma figli di emigranti.

Khalilou Fadiga, nazionale senegalese che sconfisse la Francia nel 2002, disse che conosceva molto meglio le strade di Parigi rispetto a quelle di Dakar. La nazione è una comunità immaginata, chiunque può sentirsi parte di qualsiasi comunità immaginata, basta volerlo.

Per i razzisti invece la PATRIA è qualcosa di sacro, e cercano di utilizzare la storia per dare credito alle loro odiose teorie.

In casi come questo, arrivando a rimpiangere la nazionale di Vittorio Pozzo perché composta da “veri italiani”, i fascisti italici si coprono di ridicolo. Per loro è insopportabile che l’italiano più famoso del mondo sia Balotelli, ed è a loro che mandiamo questo saluto.

balo