Bossi si è dimesso dalla Lega Nord, travolto dagli scandali e dalle tangenti.
E’ molto probabile che quel che resta della Lega si stringa attorno alla figura ‘positiva’ di Roberto Maroni, che negli ultimi tempi ha cominciato a mobilitare la sua base elettorale.
Già negli anni ’90 Maroni fu vicino ad abbandonare la Lega Nord dopo alcune pesanti discussioni con il Senatùr.
Il giovane Maroni chiese consiglio all’anziano Gianfranco Miglio, che allora era da poco uscito dalla Lega, su come fare per prendere il posto di Umberto Bossi.
Gianfranco Miglio è stato l’unico intellettuale di un certo peso che abbia legato il proprio nome alla causa della Lega Nord.
Senza di lui, l’idea di federalismo e quella di secessione non avrebbero avuto le basi teoriche per affermarsi come parole d’ordine dell’elettorato leghista.
Ciò che un quindicennio fa Miglio disse a Maroni si è rivelato essere vero, con una piccola differenza: Maroni non ha dovuto aspettare la morte di Bossi, ma è vero che senza l’ictus e senza gli scandali di Belsito non avrebbe mai potuto salire sul trono Padano. Quindi Miglio aveva ragione.
Vi proponiamo qui il passaggio riguardante il colloquio. Queste parole sono tratte da un’intervista di Stefano Lorenzetto a Miglio apparsa su Il Giornale nel Marzo 1999.
-Lei disse che “Bossi non è in grado di fare niente, nemmeno di fare l’assesore in un comuncello”.
-Confermo. Non è capace di proiettare un lavoro nel tempo, di stare dietro ad una scrivania. Se fosse diventato padrone della Padania, un minuto dopo si sarebbe posto il grave problema di rovesciarlo
-Impresa difficle?
-Impossibile. Quando Maroni cadde in disgrazia, fui invitato a un incontro segreto in casa di una signora milanese. “Voglio far fuori Bossi” mi rivelò Maroni. Gli obiettai che, con Bossi vivo, la Lega non avrebbe mai avuto altro capo all’infuori di lui. “Quand’è così, devo cambiare programmi”, concluse Maroni. Tornò a cuccia e fu riammesso nel movimento.
Maroni quindi è rimasto a cuccia per più di un decennio ,da qualche mese ha cominciato ad annusare l’aria, e ora è uscito dalla cuccia pronto a rosicchiare le ossa dell’anziano leader, costretto alle dimissioni dalla condotta del suo ‘cerchio magico’ di terroni e incapaci.
In basso trovate il link all’intervista completa, davvero molto interessante. Gianfranco Miglio era un provocatore ma aveva i mezzi culturali e intellettuali per esserlo. Con lui la Lega avrebbe davvero potuto fare la Rivolussiùn, ma Bossi preferì agire da democristiano e campare altri vent’anni sulle spalle dei contribuenti, prendendo in giro il popolo padano con false promesse e riti pagani.