Si narra che attorno al 1600, poco dopo la battaglia di Lepanto, fra le navi corsare che tormentavano le coste di una derelitta Sicilia ce ne fosse una comandata da un rinnegato milanese di nome Caito Almin, che razziava le coste siciliane, traendo in cattività pastori, contadini e tutti quelli che avevano la sfortuna di incontrarlo.
Una storia molto simile a questa venne narrata da Fabrizio De Andrè in Sinan Capudan Pascià, storia di un genovese rapito in giovane età dai turchi che, convertitosi all’Islam, arrivò a ricoprire la carica di Gran Vizir combattendo genovesi e cristiani in generale.
Una storia certo diversa da quella del genovese Giuliano Delnevo, che non venne rapito in giovane età ma che, come il genovese Scipione Cicala (Capudan Pascià) decise di diffondere (sembrerebbe con le armi) il verbo di Allah. Ibrahim Giuliano Delnevo purtroppo è morto a soli ventiquattro anni. Un ragazzo.
In America ancora si ricordano di Johnny Taliban, John Walker Lindh, il californiano che conobbe l’Islam (strano a dirsi) tramite i video rap su MTV dei Public Enemy o dei Brand Nubian e che dopo l’undici settembre andò a combattere gli invasori americani dell’Afghanistan.
Negli anni ’60 dell’Ottocento i giovani idealisti andavano in guerra in paesi lontani spinti da una causa ideale: italiani in ungheria e polonia, polacchi e ungheresi in italia, inglesi in grecia e russi un po’ ovunque. Sono loro le persone che danno il nome a tante vie di tante città italiane.
A noi non interessa parlare delle questioni siriane, vogliamo solo mettere in prospettiva storica il gesto di un coraggioso giovane italiano che è andato a morire seguendo il proprio ideale. Poteva rimanere a Genova e impegnare il proprio tempo a seguire il Genoa o la Sampdoria allo stadio, invece ha deciso di andare in Siria. Un coraggio che proviene dal passato, lo stesso che spinse Maometto e la sua banda a girare l’Arabia (e poi il mondo) armi in pugno per predicare il verbo di Allah; la stessa forza che, a Roma, spinse il genovese Goffredo Mameli a immolarsi a soli 21 anni (più giovane di sid vicious!) in nome dell’idea repubblicana.
La morte non è un problema se credi in quello che fai