Gianni Riotta e Christian Rocca hanno molte cose in comune:
-sono siciliani;
-sono due giornalisti;
-sono entrambi, sia pur in maniera diversa, sostenitori dell’egemonia statunitense nel mondo;
-sono molto attivi su twitter.
Per reagire alle imbarazzanti scoperte sullo spionaggio capillare americano di ogni conversazione via telefono e online in europa e in america e nel mondo, questi due giornalisti siciliani filoamericani hanno scelto due strade diverse.
Riotta ha avuto una discussione infuocata su internet con Glenn Greenwald, il giornalista che ha rivelato lo spionaggio illegale.
Rocca ha preferito il silenzio, ha preferito evitare di entrare in prima persona nella tenzone e ha aspettato circa 24 ore prima di postare un articolo sul suo blog, articolo che commenteremo più avanti.
Gianni Riotta.
Gianni Riotta in questo periodo ha molto tempo libero, visto che al momento non siede su alcuna poltrona importante. Certo, ha scritto un libro su Javier Zanetti e ogni tanto insegna in America, ma sostanzialmente passa le sue giornate su twitter come un disoccupato qualunque. Questo attivismo (unitamente alla sua fama trentennale e alla sua abilità giornalistica) gli ha fatto guadagnare decine di migliaia di follower.
Questo iperattivismo online lo ha portato, suo malgrado, a scontrarsi con Glenn Greenwald, il giornalista del Guardian che ha collaborato con Snowden rivelando le condotte di spionaggio illegale e totalitario messe in atto dai servizi segreti americani.
Lo scontro è andato male, visto che Riotta, in un articolo su la Stampa, ha accusato Greenwald di pubblicare informazioni delicate senza controllare le fonti e Greenwald, che in quei giorni era tra gli uomini più osservati del pianeta, ha scritto su Twitter che Riotta scrive “bugie su bugie” e che è “l’opposto del giornalismo”. Non proprio una bella figura. Qui potete leggere la sequenza dei tweet e le relative diramazioni.
Il giorno dopo, Riotta ha linkato un articolo che parla di Greenwald e del suo passato nell’industria del porno, quasi fosse qualcosa di cui vergognarsi.
Probabilmente in America avranno apprezzato il tentativo di character assasination messo in atto da Riotta, che però non sembra essere del tutto riuscito.
Christian Rocca.
Christian Rocca è il direttore del magazine fighetto del Sole 24 Ore. Nelle ore in cui Riotta su twitter si beccava del “bugiardo” da Greenwald, lui postava le foto del nuovo numero del giornale da lui diretto. Nel numero di questo mese trova spazio anche un articolo di Stefano Pistolini in cui si dice che, beh, come eroi Assange, Snowden e Greenwald non sono proprio un granché, anzi non sono per niete appassionanti.
Il giorno dopo ecco apparire sul suo blog un articolo che sostiene che l’America ha fatto benissimo a spiare le conversazioni private dei leader europei e a esaminare i megadati delle comunicazioni di noi cittadini.
Proprio così: Rocca, l’anticomunista, approva i metodi da Kgb di controllo totalitario delle comunicazioni, se servono a consolidare il dominio americano.
Le intercettazioni americane servirebbero a scoprire e a evitare le bufale e le trappole che i servizi e i governi europei spesso hanno rifilato agli Stati Uniti.
E qui viene il bello.
Rocca per giustificare lo spionaggio illegale di Obama cita anche la balla dell’uranio che Saddam avrebbe comprato dal Niger.
Rocca all’epoca sul Foglio scrisse degli articoli talmente ben fatti che spinsero i vertici dei servizi segreti italiani a incontrare lui e il direttore Giuliano Ferrara.
Vediamo cosa dice Giuliano Ferrara in proposito:
Diciamo che Rocca aveva assunto per competenza professionale la guida delle operazioni pro Bush e pro Sismi, contro la campagna di Repubblica, e il Sismi gli e ci veniva dietro, lusingandoci e divertendoci, dandoci qualche dritta di persone da consultare per ulteriori ricerche, e telefonammo a un numero ufficiale della Casa Bianca per avere una conferma imbarazzante per D’Avanzo e Bonini di cui non ricordo nemmeno il contenuto, adesso. Poi tutto finì e ne rimase un legame anche di collaborazione con Pio Pompa, figura deliziosa e acuta di spione onesto e intelligente e amico dell’occidente e di Israele
Ora, probabilmente è vero che nello specifico Rocca avesse ragione e Repubblica torto (anche perché Rocca minaccia di querelare chiunque dica il contrario e noi non vogliamo avere nessuna discussione con gente nata ad Alcamo).
Però Rocca oggi scrive: secondo Repubblica la balla sul Niger è stata organizzata dagli italiani, ma è una barzelletta che, tra l’altro, fosse vera, ma non lo è, confermerebbe la necessità americana di controllare gli alleati.
Ecco, questo no. Perché a George Bush serviva un pretesto per invadere l’Iraq, quindi gli serviva (e la usò) una bufala su presunte armi di distruzione di massa, poco importava se fossero bufale fabbricate in Italia (come dice Repubblica) o fuori dall’Italia (come dice Rocca). Quindi, al contrario di come fa Rocca, questo non è un argomento spendibile per giustificare uno spionaggio illegale. Ma cosa si deve fare per campare…
Poi fa sorridere che lui, per giustificare moralmente l’opera di spionaggio illegale più colossale della storia dell’umanità, tiri fuori la storia del Niger.
Lui, secondo il suo direttore dell’epoca, “aveva assunto la guida delle operazioni pro Bush e pro Sismi, e il Sismi gli veniva dietro”.
Rocca, per dire, ha più volte ribadito di essere favorevole al rapimento illegale dell’Imam Abu Omar.
Non ci stupisce che apprezzi questi giochi sporchi dei servizi segreti americani.
Per certa gente la democrazia è così importante che per conservarla sono disposti a sospendere la democrazia.