Nelle settimane attorno a ferragosto la città di Palermo si è svegliata
letteralmente invasa da enormi scritte a bomboletta recanti il nome del dio
unico YAHWHE. Dalla Cattedrale a Mondello passando per il carcere Malaspina, un lavoro capillare.
Ilfiumeoreto è in possesso di alcune indiscrezioni riguardanti l’identità degli autori
di queste scritte.
Si dà il caso, per chi non lo sapesse, che YAHWHE è il nome di Dio per gli
ebrei, per i cristiani (in teoria), e soprattutto per i testimoni di Geova
(Yhwhe appunto).
La città di Palermo, come gran parte del globo, tra gli anni ’50-’90 del 1900 ha visto
l’opera di evangelizzazione dei testimoni di Geova, che hanno avvicinato al
loro culto centinaia di famiglie.
La città di Palermo è da millenni intrisa di una forte spiritualità
Anche oggi c’è un fermento notevole in tal senso.
Non dovremmo stupirci quindi nel pensare alle molteplici forme sincretiche attraverso
cui la spiritualità cittadina può esprimersi.
Pensate a un gruppo di giovanissimi appartenenti ad una crew hip hop. Quei ragazzi
che si divertono a inventare rime ispirandosi a Emis Killa, Moreno o Marrakech.
Questo gruppetto di giovani idealisti condivide anche la testimonianza in Geova. Le notti
di Agosto sono calde e vuote nella città.
“Con una bomboletta in mano possiamo testimoniare la nostra fede”, devono aver pensato.
Ecco quindi una banda di rapper testimoni di Geova che ricopre la città di
Palermo di scritte inneggianti a Dio.
Le misteriose scritte YAHWEH apparse sui muri di Palermo potrebbero avere una spiegazione
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