Movimento Fastweb 5 Stelle. L’enorme conflitto di interessi di Beppe Grillo.

Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio sono due imprenditori politici, proprietari assoluti del marchio “Movimento 5 Stelle”.

Un partito politico che per ora è sulla cresta dell’onda: basti pensare che un perfetto sconosciuto come Cancelleri è risultato tra i candidati in assoluto più votati in tutta la regione Sicilia. Gli è bastato presentarsi accanto al comico ligure per ottenere tale risultato.

Sono due i punti di forza del programma di Beppe Grillo:

1. Non ricevere finanziamenti pubblici.

2. Enfatizzare il ruolo di Internet come mezzo di democrazia diretta

Le due cose sono collegate:

Se non prendono soldi pubblici, da chi ricevono sostegno economico i grillini?

Impossibile pensare che si reggano solo sulle donazioni.

Spesso la soluzione alle domande che uno si pone è sotto il proprio naso:

Ecco l’homepage di beppegrillo.it

Ebbene sì, BEPPE GRILLO PRENDE SOLDI DA FASTWEB. Non direttamente, ma tramite l’agenzia pubblicitaria di Google, AdSense, che raccoglie i soldi delle varie aziende (in questo specifico screenshot, Fastweb) e fa apparire sui nostri schermi la pubblicità dell’azienda che più si addice ai gusti di chi usa quel computer: uno strumento orwelliano, un software semantico che si ricorda ogni nostra ricerca online.

Pertanto, un’azienda che fornisce servizi internet dà soldi (sotto forma di pubblicità raccolta da AdSense) ad un partito politico il cui programma si basa sulla diffusione di Internet.

Un conflitto di interessi economici GIGANTESCO.

Ogni volta che sentirete Grillo urlare che “la Rete è la libertà”, sappiate che riceve soldi per farlo.

E’ fasullo. Lo fa per guadagnare soldi di pubblicità.

Ci pare chiaro, no?

Essendo la pubblicità di AdSense (in questo caso, Fastweb) a finanziare Grillo e Casaleggio, non stupisce che il loro partito si basi sulla diffusione capillare di Internet: serve a fare arricchire il loro portafogli. (Ricordiamo che Casaleggio con Internet ci lavora e ci guadagna, quindi anche qui il conflitto di interessi è palese). Questo spiegherebbe anche le violente reazioni ogniqualvolta un membro del partito osa andare in TV. L’esclusiva del Movimento 5 Stelle è su internet.
La presenza di pubblicità sul blog influisce anche sulle proposte del Movimento di Grillo e Casaleggio: quando è venuto in Sicilia Beppe Grillo avrà raccontato di come proprio in Sicilia il suo sponsor Fastweb vende i suoi dipenenti come fossero carne secca? Sicuramente no. E poi si lamenta del precariato! Proprio lui, che, di fatto, accetta soldi da chi rende precaria l’esistenza di centinaia di persone. O magari, se l’avesse fatto, AdSense non avrebbe potuto comunque evitare di sbattere il logo Fastweb (o dei Compro Oro o di qualsiasi altra azienda) sopra il volto barbuto del comico genovese, sfruttando così la sua popolarità e il suo messaggio.

Ci sembra questo un (certamente remunerativo) errore nella strategia di comunicazione del movimento, compiuto da un un uomo come Casaleggio, così attento alle dinamiche della rete. Permettere a Google di usare il principale interfaccia pubblico del partito per QUALSIASI messaggio pubblicitario porterà tanti soldi ma solleva dubbi sull’integrità del programma politico.

Facciamo un esempio, prendendo altri due partiti politici agli antipodi rispetto al M5S: Futuro e Libertà e il Partito Comunista dei Lavoratori. Ecco le loro homepage: come potete vedere, non fanno lo stesso errore strategico di Casaleggio, non vendono ad Adsense i loro visitatori e di conseguenza non ci guadagnano un lira con le nostre informazioni personali.

Qualche anno fa, quando ancora non era così potente, Grillo pubblicizzava prodotti scadenti durante i suoi spettacoli; ora  è evidentemente cresciuto e anche i suoi sponsor sono più potenti, ma anche le contraddizioni stanno crescendo in maniera esponenziale.