“Charlie Hebdo era da sempre in prima linea contro l’estremismo islamico..” dice Mentana in TV. No, Mentana. Charlie Hebdo era in prima linea contro TUTTE le religioni, e in particolar modo contro l’Islam, non solo l’estremismo, proprio la religione in sé stessa. Faceva parte di quell’universo culturale che definiremo “ateo militante”, molto diffuso in America e nei paesi dell’Europa, soprattutto in Francia. Charlie Hebdo, sotto la direzione di Charb, era diventato una versione meno ispirata del Vernacoliere, meno popolare del giornale livornese e che al posto dei politici ricopriva di escrementi le religioni monoteiste, con una furia da invasati, o da estremisti.

Se vivi in un paese in cui un abitante su otto è musulmano, in cui i musulmani sono generalmente più poveri e emarginati dei “bianchi” , in cui è vietato l’uso del niqab pena l’arresto, in cui le forze armate bombardano dagli anni ’50 vasti settori del mondo arabo. Se pubblichi una vignetta del genere, sei pienamente consapevole delle conseguenze. SAREBBE UN INSULTO ALLE VITTIME pensare che non fossero perfettamente al corrente dell’odio che stavano seminando. E sarebbe da ipocriti pensare che non avessero immaginato la propria fine così. Questa vignetta fu pubblicata in prima pagina dopo una strage di militanti compiuta dal governo golpista di al-Sisi in Egitto. Un putrido esempio di satira che prende in giro le vittime.
Gli autori erano famosi (come se uccidessero Vauro, Vincino e Stefano Disegni in un colpo solo) erano bravi, sapevano far ridere, ma troppo spesso hanno fatto vignette oggettivamente pessime solo per ottenere attenzione mediatica. “Cento frustate se non ridete” fatto dire ad un Maometto con un turbante in testa a forma di cazzo è una battuta da scuola media. Non è al livello di molti dei vignettisti che ci lavoravano, ed è un atto infame. Nella satira vale il contesto, e questa IDENTICA vignetta, rifatta da un vignettista di un giornale arabo, avrebbe un certo significato. Se, al solo fine di ottenere attenzione, fai questa vignetta oggettivamente mediocre e lo fai in un paese in cui i musulmani sono una minoranza; se lo fai in un Paese che manda i militari a bombardare paesi musulmani e che vieta il velo niqab, pena l’arresto; allora la tua vignetta assume tutto un altro significato. Noi abbiamo stima dell’intelligenza degli uccisi, quindi sappiamo che loro erano perfettamente a conoscenza di tutte queste cose. Sapevano bene che sarebbero morti così, e l’ultima vignetta di Charb sta a dimostrarlo. Avevano una missione. Erano nichilisti, iconoclasti, idealisti. Proprio come chi li ha uccisi Un tratto tipico degli idealisti è quello di vivere la vita secondo uno schema preciso, dei Valori, e di viverli cercando di essere Coerenti Con Sé Stessi. Non scendere a nessun compromesso, per il “diritto alla blasfemia” o per “difendere Maometto”. A scanso di equivoci, riteniamo un atto mafioso e terrorista l’assalto a Charlie Hebdo. La Mafia in Sicilia faceva così, Peppino Impastato e Pippo Fava erano anche autori satirici e proprio per questo vennero assassinati. E anche loro sapevano bene che fine avrebbero fatto. Ma l’idealismo non conosce compromessi: dopo l’attentato incendiario di qualche anno fa, Charlie Hebdo si era perfino incattivito, peggiorava ancora di più solleticando l’elettorato di Marie Le Pen. Difendere l’Onore del Profeta dagli Infedeli, Difendere l’Identità Francese, il Valore della Libertà d’Espressione. Non fare sconti a nessuno, mai. Idealismo, Estremismo. POSTILLA: IN ITALIA? In Italia gli islamofobi vorrebbero esprimere sdegno e lutto ma a stento nascondono il sorriso del “visto!? ve l’avevo detto io!!” e ti fanno l’occhiolino. Poi ci sono quelli che non hanno neanche il coraggio e l’onestà, come Rocca, di professare esplicitamente l’odio contro una particolare religione sulle orme della grande scrittrice razzista Oriana Fallaci. Parliamo di gente come Mentana, che come primo ospite per lo speciale sui fatti di Parigi presenta Matteo Salvini, certamente la persona più adatta a raccontare cosa è successo. Poi c’è gente, cioè quasi tutti, che grida alla libertà di espressione. Gente famosa (di destra, islamofobi o razzisti) che quando venne cacciato Luttazzi dissero che avevano fatto bene e che se l’era cercata, e ora piangono per il diritto alla libertà d’espressione. Nessuno al di fuori di queste righe dice che i vignettisti francesi sapevano benissimo ciò a cui andavano incontro. Charlie Hebdo ha continuato sulla strada della Coerenza, una forma mentale comune a chi rispetta i propri principi fino alla morte, propria o altrui.
Pingback: Cosa è la “satira kamikaze”? + un identikit dell’italiano che va in Francia e diventa islamofobo | ilfiumeoreto
Pingback: si deve fare satira sui musulmani? un tentativo di cambiare sguardo | ilfiumeoreto