Le leggi antigay in Uganda sono ispirate dalla destra evangelica americana.

God-Loves-Uganda1

Ancora una volta, l’Occidente diffonde odio e violenza in Africa

Le nuove mostruose leggi che condannano all’ergastolo gli omosessuali ugandesi sono il risultato di una campagna politico-religioso portata avanti da potenze straniere nel continente africano e specialmente in Uganda.

L’anno scorso è uscito un documentario straordinario, presentato al Sundance festival e proiettato in poche occasioni anche in Italia.

God Loves Uganda è un documento importantissimo, girato in maniera perfetta, con ritmo e sentimento, ma soprattutto è supportato da un lavoro di documentazione molto rigoroso.

Il regista Roger Ross Williams, già vincitore di un premio Oscar, è riuscito a raccontare con maestria CHI DAVVERO è il responsabile dell’approvazione di leggi così drammaticamente oppressive.

International House of Prayer è una missione di evangelici americani estremisti, anti-gay, anti-aborto etc.

ihop
Una lobby molto potente che in America mette in scena raduni carismatici con gruppi rock cristiani, guarigioni, e tutto quell’armamentario culturale che unisce estremismo cristiano e cattivo gusto americano. Naturalmente sono vicini più ai repubblicani che ai democratici, per cui durante l’amministrazione di George W. Bush hanno avuto contatti e finanziamenti che hanno permesso lo sbarco nel continente africano.

Da allora è cominciata la capillare penetrazione evangelica nel tessuto sociale dell’Uganda.

Centinaia di migliaia di dollari sono stati spesi per organizzare missioni, seminari, gruppi di preghiera in Uganda; per fornire alla popolazione opuscoli e libri destinati a rendere gli ugandesi un popolo di estremisti.

Il documentario fa vedere come questi bianchi americani sorridenti, puliti, ben vestiti, simpatici si avvicinano ai proletari dell’Uganda, che spesso si lasciano convincere da questi “diavoli con gli occhi azzurri” ad avvicinarsi al culto carismatico dell’IHOP.

Il cristianesimo insegnato dagli americani dell’IHOP si basa sull’odio contro gli omosessuali, riducendo Gesù a Giovanardi.

Un’ossessione che lascia sconvolti dopo la visione del documentario, il cui finale travolgente mostra con crudezza il dramma e la violenza che questo culto sta seminando in Uganda contro gli omosessuali e contro gli uomini di Chiesa che pensano che NO, Cristo parla di amore e il suo messaggio non si può ridurre ad una feroce campagna contro i gay. Questi veri sacerdoti di Cristo rischiano la vita e a volte sono costretti all’esilio per sfuggire alle minacce.

Già da anni gli attivisti gay in Uganda vengono perseguitati e uccisi, come mostrato in God Loves Uganda.

E quando parliamo di “attivisti gay ugandesi” non dovete immaginarvi la mediocrità e lo squallore dei lobbysti italiani alla Anna Paola Concia o Vladimir Luxuria.

Stiamo parlando di semplici contadini, insegnanti, lavoratori dell’Uganda rurale o urbana, a cui semplicemente piace il cazzo e non la fica, e che sono pronti a lottare per la propria libertà

Alcuni vescovi intervistati in God Loves Uganda hanno mostrato come ci sia una opposizione a questa violenta penetrazione dell’estremismo americano, ma tutti i soldi spesi dall’IHOP per le sue campagne e per i suoi raduni, oltre a convincere buona parte della popolazione hanno convinto un numero sufficiente di parlamentari che hanno approvato questa legge liberticida.

Possiamo solo sperare che in futuro la parte di società civile ugandese non affetta dal contagio dell’estremismo americano riesca a combattere contro le agguerrite lobby della destra evangelica e a cancellare questa vergognosa legge antiomosessuali.

Si tratta di una armata variopinta e minoritaria, composta da cristiani memori del vero insegnamento di cristo assieme ad attivisti gay e a musulmani che non si fidano dei dollari e delle promesse di catarsi violenta dell’IHOP. E’ bellissima la scena in cui una ragazza musulmana che vende carne secca per strada risponde a muso duro ai melliflui sorrisi e alla propaganda dei “diavoli con gli occhi azzurri”, partiti dall’America per trasformare il popolo ugandese in una massa di estremisti repressi.

Perché Renzi ha cacciato la Kyenge?

kyengtweet

con una piccola mossa tattica Matteo Renzi ha strizzato l’occhio all’elettorato xenofobo

Per la gioia di Giovanni Sartori e di milioni di razzisti italiani Cécile Kyenge non è più ministro.

La mossa di Matteo Renzi di non confermarla al ministero dell’Integrazione è una dimostrazione dell’abbietto marketing politico messo in atto dall’ex sindaco di Firenze.

A Renzi non costava nulla confermare Cécile Kyenge al ministero (ricordiamo, un ministero senza portafogli, dai costi irrisori, una carica poco più che simbolica), o meglio, Renzi non aveva motivi per interrompere il lavoro del ministro afro-emiliano, un lavoro che durava da meno di un anno e che in un periodo di tempo così limitato non ha potuto ovviamente seminare granché. Mesi e mesi di lavoro buttati al vento senza preavviso.

Cécile Kyenge è stata fra i pochissimi politici, forse l’unico, che ha dato un’immagine positiva dell’Italia all’estero nell’ultimo decennio.

orangderoli

Fa bene sentire che esiste un paese più vistosamente razzista del nostro” commentano sarcasticamente gli autori del sito americano Winning at Everything. All’estero la figura di Cécile Kyenge è quella di un politico di spessore, l’esatto opposto dei personaggi che si sono posti come  suoi antagonisti mediatici, degnamente rappresentati da un primate bergamasco.

Renzi per una manovra di immagine, per dare il senso, il sapore di discontinuità con Letta e SOLO PER QUESTO ha deciso di non riconfermarla.

Lo ius soli, cavallo di battaglia del ministro e unica proposta dotata di un briciolo di civiltà dell’esecutivo Letta, è nel programma di governo con cui il PD è entrato in questo parlamento.

Vedremo se Renzi, che in passato si era detto favorevole a misure del genere, avrà tempo e voglia di misurarsi con questa importante riforma.

Noi, vista anche la poco elegante cacciata del ministro Kyenge dal governo, ci permettiamo di dubitarne.

In ogni caso non pensiamo affatto che la maggioranza degli italiani, un paese che si è dimostrato “vistosamente razzista”, sentirà la mancanza del ministro Kyenge, come dimostra questo video di qualche giorno fa.

http://www.ilmattino.it/PRIMOPIANO/POLITICA/video-ministro-kyenge-shopping/notizie/532838.shtml

Le signore con le vocali aperte che urlano “vergogna! vergogna!” forse non immaginano che Cécile Kyenge è costretta a girare con la scorta a causa delle minacce subìte. Siamo il paese di Casseri, ma la gente odia più la Ka$ta che non i razzisti, a quanto pare.

Matteo Renzi non mantiene le promesse e fa piangere i bambini di Firenze

justin renz

Justin Bieber è stato nominato sindaco d’Italia!

Nel giubilo degli organi di stampa italiani Matteo Renzi è stato nominato capo del governo.

renzz

Il premier non stop che fa gimme-five è già il top del top!

Aldo Cazzullo è tra i (tanti) giornalisti che esaltano le gesta di Matteo Renzi. Nei suoi ultimi articoli sul sindaco-premier, Cazzullo ha parlato frequentemente delle visite di Renzi in Oltrarno, uno dei pochi quartieri del centro di Firenze che abbia ancora un sostrato popolare.
Bene, Cazzullo si è guardato bene dal dire cosa gli oltrarnini pensino realmente del sindaco.

oltrarno drago verde

Checché ne dica Aldo Cazzullo, l’Oltrarno non apprezza il sindaco bugiardo e sfila mostrando orgogliosamente il gonfalone del Drago Verde, simbolo del rione.

Si dà il caso che l’amministrazione precedente a quella di Renzi aveva vergognosamente permesso che un bene pubblico, il giardino Nidiaci, andasse fra le grinfie di un costruttore privato. In progetto nel quartiere c’è anche la costruzione di un enorme parcheggio interratto sotto una chiesa adiacente al giardino.

Ovviamente il quartiere rifiuta con forza questi atti di prepotenza istituzionale e di mancato rispetto della vita dei cittadini. Gli oltrarnini si sono raccolti in una associazione di base che in maniera volontaria, ricucendo la socialità del quartiere, testardamente, è riuscita a salvare almeno una parte del giardino, donato al quartiere novant’anni fa da una ricca famiglia.

Renzi aveva promesso di rendere nuovamente pubblico il giardino Nidiaci, sede di una ludoteca, procedendo all’esproprio dell’area.
Non l’ha fatto, ha mentito, e ora va a Roma senza avere mantenuto le promesse.

Un giardino che per secoli è stato l’unico polmone verde del quartiere Oltrarno, svenduto al migliore offerente dal sindaco che c’era prima di Renzi; Renzi aveva promesso di intervenire ma non l’ha fatto. Aveva promesso anche di fare un’assemblea pubblica per ascoltare il quartiere e per “guardare in faccia chi dice no” ai suoi progetti, ma non ha avuto il coraggio di fare neanche questo, impegnato com’era a inseguire le proprie ambizioni politiche romane, disinteressandosi della città che avrebbe dovuto amministrare e dei bisogni dei cittadini e dei bambini. Il tempo per Maria De Filippi e Alfonso Signorini lo ha trovato; il tempo per i bambini della sua città no.

Ora che non è più sindaco, si può dire ad alta voce che Renzi è un bugiardo che ha tolto il sorriso dal viso dei bambini dell’Oltrarno.

Tremiamo al solo pensiero di ciò che potrà fare all’Italia.

Isolare piazza Garraffello non è la soluzione! Contro il Muro della Vucciria! La città è di chi la vive!

orlando champagne

Dopo aver chiuso con la forza piazza San Domenico, il sindaco Orlando tenta un altro colpo di mano con Piazza Garraffello.
Un atteggiamento da dittatore che, ovviamente, trova le resistenze della gente del quartiere.

Qualche giorno fa solo un miracolo ha evitato una tragedia, quando una parte di una palazzina pericolante è crollata, senza causare vittime.
Fosse successo di sabato notte ci sarebbero stati morti e feriti.
Santa Rosalia ci ha messo la mano.

macerie garraffello

Avvertenza per chi non vive a Palermo: il palazzo NON è ridotto così in seguito al crollo. A ridurlo così furono le bombe inglesi e americane e tedesche e italiane nel 1943. Il crollo ha interessato una piccolissima parte, quella che si vede a terra in basso

Il palazzo in questione è uno dei pochi esempi, in Italia e in Europa, di macerie della Seconda Guerra Mondiale perfettamente conservate.

La Gedachtniskirche di Berlino come Piazza Garraffelo a Palermo, la memoria delle atrocità della guerra va mantenuta viva

La Gedachtniskirche di Berlino come Piazza Garraffelo a Palermo: la memoria delle atrocità della guerra va mantenuta viva

Qualcosa di simile è rimasto a Berlino come eterna memoria degli orrori della guerra.
Palermo, una delle città più bombardate in Europa, ha mantenuto diversi ruderi della Seconda Guerra Mondiale, quando inglesi e americani distrussero sistematicamente il centro storico per vedere l’effetto psicologico sulle popolazioni.
A qualcuno sembrerà strana quella specie di svastica chiaramente visibile sulle rovine, opera dell’artista Uwe Jaentsch che ha donato la sua arte al quartiere. Proprio nel punto del crollo aveva fatto una scultura di immondizia precedentemente rimossa dal Comune.

Ora Orlando e il potere cittadino hanno deciso di chiudere l’accesso a Piazza Garraffello, tra le proteste dei vuccirioti.

Una mossa dittatoriale, che spezza la continuità fisica, storica e comunitaria di un quartiere popolatissimo e amato dai palermitani.

Giustamente gli abitanti del quartiere dicono che bisognava intervenire prima del crollo, non adesso. Dicono che le responsabilità sono del Comune, visto il vincolo dei Beni Culturali sugli antichi palazzi abitati e la proprietà del Comune su quelli diroccati. Gente che ha speso soldi basandosi sulle direttive comunali ora si ritrova il quartiere diviso da un muro per l’odiosa decisione presa dall’alto.

Intervenire adesso serve solo per le telecamere, ma sappiamo quanto il nostro sindaco si diverta a farsi inseguire dagli obiettivi dei media.

orlando alla taverna azzurra

Il sindaco Orlando, come già il compianto Federico II, la notte gira per le taverne della città di Palermo, cercando di capire i bisogni della popolazione dalla loro viva voce.

I secondi fini di questa mossa urbanistica sconsiderata sono parecchi: vista l’incapacità di intervenire sui problemi reali del quartiere si decide di tappare l’arteria principale, impedendo così il traffico di persone che caratterizza da secoli la Vucciria; così si cercherà di colpire la ‘movida’, come se fosse questo il problema principale del centro storico, e non la mancanza di lavoro e infrastrutture adeguate.