Le Maccalube, rappresentazione dell’Italia

Nel nostro universo di continua esperienza sinestesica, certi collegamenti fulminei fra un questo α e un quello β ci appaiono semplicemente perfetti.
Nella loro inesprimibile chiarezza, alcune intersezioni fra i nostri sensi sorgono così spontanee, talvolta, da sembrare del tutto logiche e comprensibili sia per noi che per chiunque altro.
Posto che fra “noi” e “altri” dovremmo poter vedere confini tracciati solo sulla sabbia, ilfiumeoreto – da intendersi ora come entità multipersonale e proteiforme – ha deciso di segnalarvi ancora una volta qualcosa di squisitamente siculo che, tuttavia, racchiude in nuce gli elementi chiave di un insieme di problemi e speranze: l’Italia.
Questo qualcosa non sono altro che le Maccalube, meraviglia della terra situata nei pressi di Aragona (AG).
Un breve salto nell’apposita sezione del sito del comune di Aragona  (http://www.aragonaonline.it/maccalube.htm) vi metterà in condizioni di capire ciò di cui stiamo parlando. Non sta neanche a noi riassumere nel dettaglio la storia e le leggende di un luogo il cui tumulto idroargilloso affascina da tempo immemore i popoli della Trinacria e del mondo.
Immaginate una porzione di superficie lunare solcata da piccoli coni borbottanti e da pozze gorgoglianti che emettono un misto di fango, gas metano e anidride carbonica. Un luogo inospitale e purtuttavia perduto in un silenzio seducente; un luogo dal futuro incerto come e più di altri.
Qui non si può costruire: non c’è modo di porre le fondamenta per una casa, per un edificio, per nessuna cosa. Qui si può solo attendere e borbottare, in un rivugghio all’apparenza senza fine.
Ma il borbottìo rimane pur sempre un momento di creazione. La fanghiglia è sempre calda, e l’imperscrutabile bacino da cui proviene sembra avere ancora molto da espellere.
Nelle viscere della terra, la materia continua a bollire. Così noi, così l’Italia.
Abbiamo realizzato un piccolo video con musica che sintetizza tutto questo.

Un palermitano al fianco di Hugo Chavez

Supporters of Venezuela's late President Hugo Chavez carry a statue of San Benito de Palermo while waiting for a chance to view Chavez's body lying in state at the military academy in CaracasSan Benito de Palermo, detto anche San Benedetto il Moro o San Benedetto da San Fratello o San Benito el Negro, è un santo venerato soprattutto in Sicilia, Spagna e Sudamerica.

Siciliano dalla pelle scura, nato libero ma discendente da un famiglia di schiavi, girò per diversi monasteri, ma trovò la sua dimensione ideale sul Monte Pellegrino a Palermo, e da qui proviene l’appellativo “de Palermo”, nonostante si pensi che sia nato in provincia di Messina.

In Venezuela, e in particolare nella regione meridionale di Zulia e del lago di Maracaibo, il culto a San Benito de Palermo è fortissimo. Come mai?

Benedetto morì a Palermo nel 1589, ma già in vita veniva venerato dai siciliani. In quel periodo la Sicilia era sotto il dominio spagnolo, quindi tramite mercanti e viaggiatori il culto si trasferì in  Spagna, e da lì in Sudamerica.

Arrivò in Venezuela in seguito all’opera degli evangelizzatori che accompagnavano i soldati e i mercanti spagnoli intenti a colonizzare l’America del Sud.

Visto che molte zone erano abitate prevalentemente da schiavi di origine africana, gli evangelisti/colonizzatori pensarono di convertire al cristianesimo gli schiavi presentandogli un santo con cui potessero identificarsi: San Benito de Palermo appunto, che oltre ad avere la pelle scura era anche analfabeta e si dice che per questo venisse relegato nelle cucine dei vari conventi siciliani da lui frequentati.

Non sempre l’evangelizzazione si è presentata come una violenza. Spesso in Sud America l’ibridazione fra culti locali, retaggi di culti africani e culto cristiano si sono mescolati dando vita a sintesi straordinarie.

Non si spiegherebbe perchè, allora, nello stato di Zulia il culto di San Benito de Palermo è accompagnato dal suono dei tamburi e, curiosamente, da piogge di bevande alcooliche, rum in particolare.

Perchè gli schiavi venezuelani decisero di rendere omaggio al santo Negro tirandogli addoso secchiate di rum?

Una spiegazione potrebbe essere che le uniche cose materiali che gli schiavi potevano offrire al santo erano i loro balli e il loro alcool.

La forza simbolica del Santo Negro lo ha fatto diventare il santo patrono degli  Afroamericani, oltre ad essere dal 1713 compatrono della città di Palermo assieme alla più famosa santa Rosalia.

Tornando ai giorni nostri, la malattia di Hugo Chavez ha portato moltissimi venezuelani a pregare San Benito de Palermo perchè aiutasse l’amato presidente. Ecco il governatore dello stato di Zulia Francisco Arias che, nel dicembre scorso, su Twitter chiedeva aiuto al santo afrosiciliano per la salute del Presidente Chavez.

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La foto che apre l’articolo, invece, mostra alcuni sostenitori di Chavez che, dopo la sua morte, attendono di poterne vedere le spoglia mortali, sempre accompagnati dal buon Benito de Palermo.

Chiudiamo questo viaggio tra Mediterraneo e Atlantico facendovi notare che Chavez e San Benito potrebbero avere qualcos’altro in comune oltre all’amore riservato loro da molti Venezuelani: leggenda vuole che quando il suo corpo venne riesumato, anni dopo la morte, non presentasse alcun segno di putrefazione. La santità lo aveva preservato dal decadimento dei tessuti organici.

In quest’ottica, la possibilità che il corpo di Hugo Chavez possa venire imbalsamato, e quindi mantenersi intatto per essere venerato dai suoi sostenitori, assume tutto un’altro significato.

la Bibbia e Amici di Maria de Filippi. Due format a confronto

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(ATTENZIONE! Questo articolo è una sega mentale noiosissima. Vi sfidiamo a leggerlo tutto)

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se in amici di maria de filippi i tronisti sono dei giovani muscolosi palestrati depilati, o delle giovani avvenenti depilate, nella bibbia del cristianesimo il tronista è dio.

la bibbia è stata scritta diverso tempo prima del programma amici di maria de filippi, ma entrambi suscitano attenzione e passioni, coinvolgono milioni di fedeli, fortemente partecipi delle narrazioni proposte da apostoli, profeti e autori mediaset.

il ruolo del trono in entrambi i format è centrale.
al trono sta chi comanda. sul trono sta chi può decidere delle sorti degli altri. sul trono sta “chi fa il gioco”: la bibbia e amici di maria de filippi non fanno altro che rafforzare quello schema umano che da millenni pone su questo speciale arredo da interni i capi, i sovrani, i potenti.

sia il dio dei cristiani sia il tronista di maria de filippi mostrano una condotta ferma e a tratti inutilmente irascibile.

queste sono le somiglianze fra i due format.
esistono anche delle differenze?
a prima vista sembrerebbe di no.

ma se scaviamo a fondo, potremo vedere che, ad esempio, la figura di maria vergine nella bibbia NON E’ centrale come la figura di maria de filippi in amici di maria de filippi.

i due personaggi omonimi, maria madre di dio e maria de filippi hanno sicuramente una cosa in comune: sono mal maritate. infatti sono sposate una con un vecchio falegname all’apparenza impotente (s. giuseppe) e una con un grasso e untuoso megasauro tv privo di collo (maurizio costanzo).

ma maria madre di dio deve inchinarsi di fronte a maria de filippi, se parliamo dell’importanza dei due personaggi nei rispettivi format.

mica si chiama “amici di maria santissima”..si chiama la bibbia! e non l’hanno inserita neanche nella trinità! si sono persino dovuti inventare lo spirito santo, pur di escluderla!

maria de filippi, invece, non è oscurata da nessuno spirito santo. nel suo format, maria de filippi riveste il ruolo che nella bibbia hanno l’evangelista e il samaritano, gesù cristo e giuda iscariota, il pantocratore e l’ anticristo.
maria de filippi è l’unica che può sfidare, zittire, umiliare il tronista. una cosa del genere nella bibbia non sarebbe ammissibile.
effettivamente c’è chi ha tentato di zittire il tronista nella bibbia, il diavolo. e, durante la bibbia, non si fa altro che parlar male di lui. “l’angelo ribelle” “lucifero” “satanasso” “serpente infido e tentatore”.
questi gli epiteti riservati al povero diavolo. alla fin fine, è stato soltanto un angelo ribelle, un black bloc delle sfere celesti. e guardate che accanimento! tutta la bibbia a prendersela con lui.
il tronista (in questo caso, dio) parla e cerca di persuadere gli umani a odiare chi ha cercato di de-tronizzarlo. maria de filippi riveste invece il ruolo sia di “insediatrice sul trono” sia di lucifero, con la differenza che il suo attacco al trono, periodicamente, riesce e i tronisti si avvicendano, come fossero papi…..

da ciò ne consegue la conclusione che la figura-maria de filippi, nel suo format, sembra avere un ruolo di potere e di gestione più grande di quello della figura-dio nella bibbia.
questa la grande differenza: nella bibbia del cristianesimo, sul trono sta chi comanda;in amici di maria de filippi, chi è sul trono SOLO APPARENTEMENTE comanda, perchè soggiace al potere più grande gestito da maria defilippi. si tratta di un potere assoluto, è impossibile che qualcuno possa sfidare maria de filippi. (il determinismo mariano-matriarcale a farla da padrone)
dio invece è stato sfidato, e mette in guardia tutti che se si sta con chi lo ha sfidato, si avranno soltanto la sua ira e i suoi fulmini.
nell’universo di maria de filippi, i suoi “amici” vivono nella pacata rassegnazione di poter esistere solo grazie alla benevolenza della padrona di casa. una benevolenza che si può ottenere solo attraverso una selezione spietata, con l’inganno e l’ostentazione di virtù morali in realtà estranee.
solo lottando nel fango e sgomitando nella putrefazione morale il tronista può raggiungere la gloria, sempre e solo attraverso la mediazione di chi sul trono non sta.
dall’altro lato, dio ha creato maria dei filippi. maria de filippi ha creato i suoi tronisti e i suoi “amici”. effettivamente però, nella bibbia c’è un altro protagonista, un personaggio che forse non sarebbe esagerato descrivere come co-protagonista del racconto biblico, ovvero il figlio di maria, gesù di nazareth.
gesù di nazareth riveste forse nella bibbia il ruolo che maria de filippi svolge in amici di maria de filippi?
guardiamo le somiglianze:
-entrambi passano il proprio tempo ad alzarsi e sedersi, parlando con una folla di persone;
-entrambi hanno un fortissimo carisma, che porta gli interlocutori a quasi sottemettersi di fronte all’autorità durante la conversazione, confidando nella superiore sapienza, di gesù come di maria de filippi;
-entrambi hanno una sessualità chiacchierata;
-entrambi, cosa importantissima, si circondano delle stesse persone, la cosiddetta FECCIA della società: prostitute, pescatori, proletariato semi urbanizzato e semi alfabetizzato, bugiardi, mentitori, scommettitori, trafficanti, doppiogiochisti, e sia gesù sia maria de filippi hanno avuto il merito di dare voce a questa umanità;
-entrambi hanno bisogno di poco o nessun make-up.
ricordiamo che stiamo parlando del “personaggio”, più avanti parleremo del “ruolo” all’interno del format dei due personaggi.
ecco invece le differenze tra i personaggi:
-maria de filippi è una che fa parlare, che favorisce la conversazione, dosando le parole sempre pesantissime, mentre gesù era una personalità istrionica che faceva presa per la sua capacità oratoria: favoriva la discussione, ma esponeva sempre il suo punto di vista forte e chiaro, al contrario di maria de filippi;
-se maria de filippi ha dovuto sposarsi con un uomo potente per avere potere a sua volta, gesù divenne famoso per via di suo padre. il classico figlio di papà;
-maria de filippi non fa politica, pur essendo implicitamente berlusconiana in ogni inquadratura, invece gesù effettivamente fu un politico, un democristiano di sinistra, non un comunista, un fricchettone certo, forse un punkabbestia come stile di vita e come igiene, ma politicamente quel “date a cesare quel che è di cesare” lo colloca, a mio avviso, tra i moderati.*

Parliamo dunque del “ruolo” all’interno del format, del comportamento dei due attori in esame (gesù e maria de filippi) nei confronti dei rispettivi tronisti.
maria de filippi spesso è complice dei suoi tronisti, ma altrettanto spesso è l’artefice della loro disgrazia, svelandone le nefandezze; gesù è invece SEMPRE COMPLICE del tronista, che è comunque suo padre. gesù però vive una situazione molto più turbolenta di quella di maria de filippi, sempre costretto a difendersi, scappare e raccontare storielle assurde per uscire da situazioni folli; e finendo crocifisso in pubblico, non si capisce bene per quale reato (forse abuso di paternità?), ma nonostante questo, egli rimane fedele al padre-tronista. pare plausibile un parallelismo tra la sorte dei tronisti di maria, privi di reale potere e immolati alla causa della narrazione, e il figlio di dio che dal tronista viene immolato, lasciato morire anche lui per completare la narrazione.

Arriviamo così, con la faticosa conclusione del nostro ragionamento, ad aver compreso l’INVERSIONE SIMBOLICA compiuta da maria de filippi:  nella bibbia è il tronista a disporre liberamente del co-protagonista imponendogli una morte comunque accettata; in amici di maria de filippi invece i tronisti sottostanno al carisma del co-protagonista, accettando la propria morte e la propria vita di veleno.
in entrambi i casi, qualcuno dispone della vita di un altro. e in entrambi i casi si muore. nel regno di dio muore il co-protagonista, il figlio del dio-tronista. al contrario, in amici di maria de filippi a morire sono i tronisti, privati del loro potere illusorio a seconda del giudizio del co-protagonista, che non è madre, non è figlia nè amica, lei è la padrona di casa, la proprietaria, che volendo apparire educata chiama i suoi clienti “amici”. non c’è umanità nel rapporto fra lei, il totem che dispensa vita e morte, e i suoi sottoposti, che lei insedia sul trono a suo piacimento.
Dio, bisogna dirlo, lascia più libertà alle sue creature di quanto non faccia maria de filippi.

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*segnatamente, durante una specie di question time molto concitato (marco 12, 13-17), dei farisei e degli erodiani per farlo cadere in fallo gli chiesero se bisognasse pagare il tributo a cesare. gesù rispose con un witz, una battuta, una supercazzola molto raffinata in cui i comici ebrei sono maestri. C’è cesare sulla moneta, bhe allora dategliela a lui, ma date anche a dio ciò che è di dio. e tutti a chiedersi cosa è di dio? tutto è di dio. e la moneta non fa parte del tutto di dio? hehehe.

IL CARRO DEI VINCITORI. Marco Travaglio e Goldman Sachs. Chi ci guadagna VERAMENTE col successo di Beppe Grillo?

Casaleggio_Associati-logo-

In questo momento, in Italia, migliaia di persone stanno salendo su un grosso carro decorato con cinque stelle.

La gente troppo entusiasta ci dà molto fastidio.

Per questo motivo vi segnaleremo alcuni personaggi che appoggiano il M5S per secondi fini o per rapporti economici.

Quasi un anno fa questo blog vi raccontava dei rapporti economico/editoriali che legavano Marco Travaglio, ChiareLettere e Casaleggio.

Oggi che il M5S è il primo partito, le contraddizioni stanno diventando gigantesche.

Potrà ancora il Fatto Quotidiano dichiararsi un giornale indipendente quando una parte degli editori hanno avuto rapporti economici con il proprietario del primo partito d’Italia?

Il conflitto di interessi di Marco Travaglio è ormai lampante. La libertà e la presupposta imparzialità del Fatto quotidiano sono un lontano ricordo e, in ogni caso, un giornale che fa affari col proprietario di uno fra i primi partiti italiani non può più proclamarsi indipendente.

Ci sarebbero tanti altri esempi di giornalisti, intellettuali, programmi radio, siti di gossip politico che stanno assumendo posizioni vergognosamente acritiche verso il movimento di Grillo

Ma quello fra Grillo, Casaleggio, ChiareLettere, Fatto Quotidiano (Travaglio è tra i proprietari) e Movimento 5 Stelle sembra che stia diventando un incrocio perverso fra politica, web, satira ed editoria.

I rapporti economici della Casaleggio Associati con gli editori del Fatto Quotidiano ci sembrano una prova lampante del fatto che il M5S non è quello che dice di essere. La realtà è che il M5S è un “political-entertainment product” creato e gestito da una azienda, la Casaleggio Associati, che è radicata nel mondo delle mega aziende della comunicazione e del marketing, con contatti ed entrature ai massimi livelli mondiali.

Basti pensare che a quanto pare il primo Meetup dei grillini non è stato creato da un cittadino qualunque ma da Maurizio Benzi, dipendente della Casaleggio Associati. Questo è il peccato originale, la prova provata che tutta le urla di Grillo sul fatto che il M5S si basa su spontaneità, partecipazione, trasparenza  etc sono solo trappole per boccaloni. O almeno, prendendo atto delle buone intenzioni di molti entusiasti, l’impalcatura del M5S nacque con un clic aziendale.

Visto che il mondo non si limita a lui, oggi chiudiamo questa piccola e noiosa serie di articoli su Beppe Grillo e lo facciamo commentando l’entusiasmo espresso oggi dalla Goldman Sachs per il successo elettorale di Beppe Grillo.

Bene, quando avrete un’oretta libera, leggete le 55 pagine che compongono questo bel dossier di Michele Di Salvo.

La conclusione ci spiega chi REALMENTE guadagnerà dall’ “instabilità politica” provocata dal M5S.

Vi lasciamo con le profetiche parole scritte ormai anni fa da Michele Di Salvo.

[Con gli slogan di Beppe Grillo] Fai facili consensi, e nell’immediato raccogli quei voti che tolgono ai partiti storici la possibilità di governare il Paese.

Chi ci guadagna in tutto questo?

I clienti della Casaleggio.

Quelle multinazionali che hanno tutto l’interesse a che una moneta si svaluti, che un’altra si rafforzi, anche grazie ad una incertezza o inaffidabilità politica.

Goldman Sachs ringrazia.

AGGIORNAMENTO 8 Marzo 2013

Come volevasi dimostrare:

Fitch taglia il rating all’Italia.
Pesa il caos post elettorale

L’agenzia di rating ha abbassato il giudizio sull’Italia a BBB+ da A- con outlook negativo. Il ‘voto’ riflette il “risultato inconcludente delle elezioni italiane”. Fitch era l’unica a non aver ancora ridotto il giudizio sull’Italia