Cosa è la telepatia?
La telepatia è il collegamento fra menti: due menti che dialogano senza bisogno della parola, attraverso uno sguardo a distanza o anche senza.
Il sud italia è il regno della telepatia.
a napoli la gente del nord ha la sensazione di essere truffata perchè immagina che i napoletani possano intuire ogni possibile contromossa.
il traffico caotico delle metropoli del sud (a napoli il semaforo rosso è un clichè superato, palermo è la quarta città in europa nella classifica del traffico più infernale d’europa, dopo istanbul, marsiglia e varsavia*) impone a tutti gli automobilisti indigeni di leggere nel pensiero di chi guida le altre macchine. se vuoi uscire vivo dal caos del traffico, devi pensare in fretta a ogni possibile mossa di chi ti sta davanti o di chi ti sfreccia accanto. se la segnaletica è socialmente ignorata, l’unica chance di sopravvivenza è la telepatia.
Al sud d’italia e del mondo si uccide per uno sguardo.
Più che altrove, il sud italia presenta fenomeni di banditismo sociale sottotraccia, basati più sull’illusione mentale che sulla reale violenza. una dominazione telepatica, pizzini pieni di simboli e rimandi che non si sognano di dire niente, ma solo di alludere a qualcos’altro. Citazioni bibliche, formule di saluto che rivelano il vero significato nascondendolo, sono comuni sia fra i vertici della mafia sia in ogni cena di famiglia, in ogni gruppo di amici, in ogni bar e in ogni discussione inerente ai terroni. il non detto vale più delle parole.
a miegghiu palora è chidda ca un si dice
La telepatia incide anche sul modo in cui gli italiani del centro nord si rapportano coi loro connazionali del mezzogiorno.
E’ vero che ormai la linea della palma di cui parlò Sciascia è arrivata oltre il Brennero, almeno fino a Duisburg; ed è vero che è difficile trovare un torinese o un milanese o un bolognese col pedigree intatto dall’influenza terronica. Ma fra i civili popoli dell’alta italia** serpeggia un sospetto, spesso non infondato, che il proprio interlocutore meridionale stia bluffando, che stia cercando di anticipare e confondere le sue razionalissime mosse.
i terroni sono stati e forse sono ancora una minoranza. una minoranza all’interno del “normale” popolo italiano centro-settentrionale, per quanto normale esso possa essere.
Negli USA le minoranze sono i latinos, i nativi americani, gli italo-americani, gli afroamericani, gli armeni, gli ebrei, etc.
In Italia abbiamo (in ordine di casta) i terroni, gli extracomunitari e gli zingari.
Nel nostro paese, dicevamo, i terroni svolgono ciò che le sopracitate minoranze svolgono in america: hanno esponenti nelle più alte cariche del governo e del potere , ma generalmente gli strati inferiori se la passano abbastanza male. Spesso l’unico modo per sfuggire ad un futuro di povertà è arruolarsi nelle forze dell’ordine o nell’esercito (vedi neri e latinos in USA e meridionali in Italia). La disoccupazione ci ha dato un bel mestiere, insomma.
William Burroughs era un ricco bianco americano, un polentone delle americhe quando andò in Messico per drogarsi negli anni ’50. Il modo in cui i suoi romanzi descrivevano i messicani era tutto fondato sullo sconcerto del white-american verso la totale telepatia fra i sudamericani.
Quando sentite uno del nord che dice “i teroni son marochini mafiosi” in realtà non sentite un insulto razzista, è solo paura della telepatia altrui: i mafiosi non sai cosa pensano perchè proverbialmente sono muti; i marocchini parlano arabo, cioè non sono comprensibili. il problema non è la razza o le usanze o il colore della pelle, il problema è la telepatia, il sentirsi esclusi da un flusso biocomunicativo esoterico che scorre al di sopra (o al di sotto) della propria comprensione.
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* In questo senso si rivela profetica la gag di Benigni in Johnny Stecchino, sui grandi problemi della città di Palermo. Allo stesso modo il grande Pippo Fava diceva che il vero significato della mafia a Palermo si poteva capire dagli sguardi e dalle minacce appena accennate, così comuni nel quotidiano traffico automobilistico cittadino.
**noi non pensiamo affatto che gli italiani del nord non possano usufruire della telepatia: siamo sicuri che anche a Treviso o a Vercelli o a Cremona la gente possa avere una intensa vita telepatica, soltanto che la telepatia trionfa e domina dove le leggi e i patti sociali convenzionali funzionano meno, dove le regole e i pilastri della civiltà nordeuropea contemporanea sono meno granitici.