Tutti conoscete Marco Travaglio, giornalista e imprenditore editoriale, co-fondatore del Fatto Quotidiano.
Oggi Travaglio, sul giornale di sua proprietà, ha fatto un’intervista a Beppe Grillo.
Non vogliamo dare giudizi sull’intervista in sè, ma vogliamo farvi notare un piccolo conflitto d’interessi economici che è scaturito da una domanda fatta da Travaglio al “non-leader” del MoVimento 5 Stelle.
Torniamo alla democrazia interna al movimento. È normale che il marchio sia nelle mani di Grillo e Casaleggio?
Ahah, Casaleggio viene dipinto come una figura luciferina, misteriosa, oscura. Sarà, ma sono anni che lo rivoltano come un calzino e non gli han trovato un belino di niente fuori posto. Mai visto una vita più normale, ripetitiva e noiosa della sua. Va in ufficio la mattina, lavora tutto il giorno, la sera torna a casa dalla moglie e dal bambino. Un persuasore talmente occulto che non riesce nemmeno a convincere la moglie a seguirlo nella casa di campagna a Quinci-netto, sopra Ivrea. Ogni tanto mi chiama dall’orto e mi chiede di andare a fargli compagnia. Ecco, la centrale operativa della Spektre è a Quincinetto.
Tutto ok, se non fosse che Casaleggio collabora con ChiareLettere, la casa editrice che oltre ad essere co-proprietaria del Fatto pubblica i libri sia di Travaglio sia della coppia Grillo-Casaleggio.
Questo potrebbe essere il motivo per cui Travaglio si è mostrato più o meno indulgente sull’argomento.
Travaglio è un bravo giornalista, un eccezionale cronista giudiziario, è capace di maneggiare mastodontiche quantità di dati, date, procedimenti, non luoghi a procedere, prescrizioni, condanne, etc. In Italia ha pochi rivali.
L’ultimo decennio lo ha passato a smascherare ogni legge ad personam di Berlusconi, in particolare gli infiniti conflitti di interesse.
Oggi Travaglio è un imprenditore ed è partner editoriale (all’interno dell’azionariato del Fatto Quotidiano) di ChiareLettere, la quale a sua volta è in affari con la Casaleggio Associati, che si occupa della gestione del sito di ChiareLettere (editore del Fatto Quotidiano), dei vari blog ad esso collegati e dei commenti dei lettori; sulla versione cartacea del Fatto Quotidiano Travaglio intervista Grillo, e nell’unica domanda su Casaleggio si accontenta di una risposta evasiva, di una battuta sul personaggio Casaleggio, che non risponde alla domanda fatta da Travaglio.
Un piccolo conflitto di interessi, no?
Aggiornamento 5 Marzo 2013
Ecco un piccolo esempio grafico di ciò che noi abbiamo definito “un incrocio perverso fra politica, web, editoria e satira“. Lo screenshot di una pagina del sito dell’editore del Fatto Quotidiano, ChiareLettere.
Lasciamo a voi ogni giudizio. Dispiace dirlo, ma il Fatto Quotidiano dopo queste elezioni non è più un giornale libero e indipendente.
Sono d accordo su tutto tranne sul fatto che non mi risulta che Travaglio socio di casaleggio associati….
Invece casaleggio è socia del fatto….
“Socio” nel senso di “socio in affari”, va inteso come “entrambi partecipano, con ruoli diversi, all’azione politico-giornalsitica del fatto quotidiano”.
Il senso voleva essere questo: Travaglio non è socio dell’azienda di Casaleggio, ma i due hanno (o hanno avuto) contratti con ChiareLettere, co-proprietaria del Fatto.
Saluti,
la redazione.
p.s.
abbiamo tentato di aggiustare nella forma la parte cui tu ti riferivi. speriamo che ora sia meno ambigua.. grazie per averlo fatto notare!
Carissimi, da autore del sito che avete citato http://detestor.blog.com/ vi confermo tutto ciò che vi ha detto Renzo sul suo blog: quando parlo dell’azionariato del Fatto mi riferisco a Chiarelettere, non a Casaleggio Associati. Ovviamente è mia opinione che Casaleggio conti non poco all’interno di Chiarelettere, ma questo è un altro discorso. Comunque grazie per la vostra attenzione e per la diffusione del mio testo.
Non c’è di che, il testo da te scritto dimostra un lavoro di ricerca e di indagine che va oltre la stizza per le ripetute “censure” dei tuoi commenti.
Una volta letta l’intervista a Grillo abbiamo pensato immediatamente a te. Inizialmente avevamo letto male le tue parole, ora grazie a Renzo abbiamo corretto.
saluti,
la redazione.
Travaglio fa il giornalista e quadagna bene ma come tutti quelli che sono in affari, credo che nessuno sia veramente libero. Solo chi vive di povertà dice le verità al 100%.
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Per uno scrupolo di onestà intellettuale ci preme confessare un dettaglio riguardo questo articolo.
Come potete intuire dai commenti sopra, la prima versione di questo articolo (rimasta online per qualche giorno) sosteneva erroneamente che ci fossero rapporti più diretti fra Casaleggio e ChiareLettere.
L’errore nostro, dovuto alla fretta, è stato immediatamente corretto non appena ci è stato fatto notare.
Ve lo diciamo perchè nel suo editoriale di un paio di giorni fa Travaglio diceva “Tralascio le dietrologie canagliesche di chi insinua inesistenti rapporti societari fra Casaleggio e uno dei nostri azionisti, Chiarelettere.”
Non è il caso di quest’articolo, che fu corretto proprio per evitare conclusioni sbagliate. I commenti sopra sono prova della nostra buona fede.
Poi, comunque, sticazzi.
Per quanto mi riguarda, la vostra buona fede non è mai stata in dubbio, e alcune lievi imprecisioni del passato non inficiano affatto il senso generale del discorso.
Travaglio va letto sempre con estrema attenzione, non tanto per i contenuti, quanto perchè è un furbastro nell’ uso delle parole.
Qui ne abbiamo un esempio, e ne ho scritto sul blog ieri (o l’ altro ieri) perchè merita.
Il mio commento sul suo blog nel FQ non è passato, e lo screenshot l’ ho già pubblicato, ma questa non è una novità.
La “parola” furba è l’ aggettivo “societari”, in quanto inserendola nella frase, rende vero il resto, ma la vera dietrologia canaglia è la sua.
Infatti sia voi che il sottoscritto non abbiamo scritto siano soci, ma in rapporti d’affari sì, non ci sono dubbi.
Perchè ciò che Travaglio non voleva si sapesse (anche se è noto da tempo,e ne scrivo da 4 anni circa) è del rapporto fra Guido Roberto Vitale e Casaleggio, stante il fatto che il primo è sia azionista di Chiarelettere che del Fatto Quotidiano, oltre ad essere un banchiere pregiudicato per mazzetta alla GdF da 100 milioni £, reo confesso, e il secondo… beh, inutile aggiungere altro.
E’ tutto scritto e documentato nel blog, strane dimenticanze comprese, quelle di Travaglio, Gomez e Barbacetto, autori di un libro dove ne scrivevano loro, ovviamente PRIMA che diventasse socio fondatore del FQ.
E il nome invece compare in ogni seconda di copertina dei libri editi da Chiarelettere.
Il Fatto non è nuovo a questi trucchi e sotterfugi, a partire dalla frasetta sotto il logo, quella sui finanziamenti pubblici: tentano malignamente di far passare un messaggio falso nella percezione creata appositamente, e anche lì c’è una parola inserita perfettamente per lo scopo: “riceve”.
p.s. spero che Di Salvo abbia corretto nell’ ebook l’ attribuzione a Montanari del lavoro di Detestor, cosa che invece ha ottimamente fatto Giuliano Santoro nel suo.
Ci fa molto piacere ricevere questo tuo commento, visto che, a suo tempo, ci hai aiutati a non scrivere imprecisioni.
E’ ormai lampante che si sta venendo a creare un nuovo “grumo” editorial/politico.
-Casaleggio collabora con ChiareLettere;
-ChiareLettere è tra i proprietari del FattoQuotidiano;
-Travaglio intervista Grillo sul Fatto.
-ChiareLettere pubblica i libri di Travaglio, Grillo e Casaleggio.
A noi non importa neanche dare giudizi, nella storia italiana recente le contiguità fra stampa e politica sono la normalità, quindi non è neanche una novità nè qualcosa per cui vale la pena indignarsi.
Diciamo che bisogna guardare con occhio critico chi si fa sommo portatore di valori come “onestà” “indipendenza” “pulizia” “coerenza”, perchè poi rischia facilmente di crollare nella polvere dell’incoerenza.
In più, il potere della satira al servizio di un’azienda di marketing/partito politico è qualcosa di veramente perverso.
Saluti.
Grazie a voi, ma la storia comincia ancora prima, solo che – purtroppo – Carlo Vulpio non la vuole scrivere/rivelare del tutto.
I goodfellas, a mio modesto parere, hanno iniziato a pianificare ciò che vediamo oggi fin dal 2008, cioè dopo l’ esito elettorale delle precedenti politiche.
Poco tempo fa Vulpio ne ha scritto, svelando fatti sconosciuti, passati però in sordina.
Recentemente, incalzato dal sottoscritto, mi ha risposto con un “mai mettere il cuore in pace”, anche se per ora non aggiunge altro.
Trovate tutto sul blog di Carlo.
Saluti
http://carlovulpio.wordpress.com/
Questo è il link al post, i miei commenti e le sue risposte sono più recenti, ma il nocciolo della faccenda è qui:
http://carlovulpio.wordpress.com/2012/11/05/lettera-aperta-pubblicata-dal-giornale-con-il-titolo-vi-svelo-le-manovre-della-lobby-di-casaleggio/
Grazie mille, leggeremo con calma.
Siamo contenti di poter dare spazio a gente come te e detestor. Non c’è dubbio che le vostre ricerche sono motivate dalla rabbia per le censure subìte. Certo, esiste il rischio di rimanere accecati dalla rabbia, ma non sembra il vostro caso.
E, comunque, l’odio è un’ottima benzina per affrontare la ricerca della verità.
Inoltre è necessario che ci sia gente come voi pronta ad azzannare questi giornalisti ad ogni passo falso, è un’ottima pratica democratica, continuate così.
noi, nel nostro piccolo, tentiamo di occuparci di altro e siamo finiti quasi per caso a parlare di questi squallidi argomenti.
Saluti!
p.s.
è possibile che già nel prossimo futuro tutto ciò che è stato “vero” finora possa diventare totalmente antiquato e inadatto a leggere il presente. Tra i dogmi aziendali c’è anche la “reinvenzione continua del business”, ed è probabile che il complesso aziendale che regge il M5S stia già lavorando in tal senso.
Per questo è ancora più importante la presenza di gente che “fa le pulci” a tutti e a tutto.
Né rabbia né odio sono alla base delle nostre ricerche.
Semmai si tratta, per quanto mi riguarda, di sbugiardare un giornale e un giornalista che si sono spacciati come unici portatori sani di verità assolute, cosa rivelatasi falsa in più occasioni.
A ciò si aggiunge una immotivata censura, attuata da coloro che si erano – di nuovo – spacciati per sostenitori del libero pensiero, ma non solo. Aggiungevano pure che erano molto più stimolanti le critiche dei soliti commenti adulanti.
Tirando le somme, hanno rifilato una discreta serie di balle ai lettori, motivi sufficienti per alcuni ad attivarsi per sbugiardarli e tenere traccia di ciò che affermiamo.
Nello specifico caso del sottoscritto, a tutto ciò vanno sommati anche gli insulti gratuiti, ricevuti quando evidenze incontrovertibili costringevano Travaglio in un angolo dal quale non aveva scampo.
Quanto ho qui affermato è liberamente consultabile nel blog e, nel caso ci fossero errori e/o omissioni, sono disponibilissimo ad un civile confronto.
Saluti